(2025)
Debutto per questa formazione romana, che ha influenze musicali che vanno da Cathedral, Goatsnake, Type O Negative, fino a Danzig e Tiamat, creando un opprimente doom metal avvolto in una brezza gotica e mescolato con i toni retrò dello stoner rock più grezzo. La loro musica è claustrofobica, ma allo stesso tempo ipnotica, un Doom Metal caratterizzato da pesanti riffs massicci ed atmosfere psichedeliche.
La band infatti ripercorre le coordinate di tutte le band citate in apertura di recensione, propendendo però verso una forma classica di doom tout-court, senza troppi altri orpelli. La voce grezza di Dan si sposa molto bene con il riffing acido di Anth Maelstrom, che talvolta si lascia andare a passaggi dilatati e sinistri, come su "Icarus", pezzo diretto ma che nel finale rallenta e spiazza.
Anche lo stoner è molto presente in questo disco e i suoni sono piacevolmente retrò e adatti quindi allo stile proposto. In poche parole questa band non propone nulla di nuovo, ricalca quelle che sono le coordinate di base dello stoner-doom più tradizionalista, ma lo fa con cognizione e competenza, arrivando a volte ai limiti della sperimentazione e del noise ("Nadir"). Tutto sempre avvolto nel fumoso doom a cui la band sembra aver giurato amore incondizionato, a partire proprio dal titolo di questo album.
Toxic Trace
1. Bury My Soul
2. Icarus
3. Nadir
4. Emerald lake
5. Morbid Skin
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