Oggi intervistiamo i Dragonhammer, band power metal proveniente da Roma attiva da quasi trent'anni. Risponde alle nostre domande Giulio Cattivera, tastierista della band!
1) Ciao Giulio e benvenuto sulla nostra zine! Cosa state preparando come band di nuovo in questo periodo?
Ciao, qui è Giulio che vi parla! Innanzitutto grazie per lo spazio e per l’interesse. Siamo reduci da tre date davvero stimolanti in Italia con Labyrinth e Iron Savior, che ci hanno dato una bella carica. Al momento stiamo pianificando i prossimi concerti, tra cui alcuni show previsti per l'autunno. Ma la cosa che ci entusiasma di più è l’avvio della fase creativa per il nuovo album. Abbiamo già cominciato a lavorarci e c’è un bel clima nella band, quindi le premesse sono ottime!2)Come è andato in generale il vostro ultimo album, intitolato Second Life?Second Life è stato un capitolo importante per noi. Arrivava dopo un periodo piuttosto complicato per la band, e proprio per questo ha rappresentato una sorta di rinascita, come suggerisce anche il titolo. Ci siamo rimessi in gioco con entusiasmo, tornando alle radici del nostro sound ma con la maturità che abbiamo acquisito negli anni. I feedback ricevuti finora sono stati molto positivi e ci hanno confermato che quella direzione era quella giusta per noi.3)Dopo quasi trent'anni di carriera, cosa pensate di aver raggiunto come band e cosa vorreste ancora conquistare?Eh sì, tutto è iniziato nel lontano 1999! È stato un viaggio pieno di alti e bassi, ma sempre portato avanti con passione. Se guardiamo indietro, speriamo di aver lasciato un piccolo segno nel panorama power metal, almeno per chi ci ha seguiti fin dagli esordi. Oggi c’è una bella sintonia all’interno della band, e questo ci spinge a puntare ancora più in alto. Vogliamo crescere artisticamente, cercando sempre nuove soluzioni senza perdere ciò che ci identifica. La curiosità e la voglia di mettersi in gioco, secondo noi, sono fondamentali per restare vivi anche dopo tanti anni.
4) Parliamo un po' dello stile musicale dei Dragonhammer, molto old school!
Abbiamo sempre seguito il nostro istinto. Non ci siamo mai imposti di cambiare per forza o inseguire tendenze. I nostri primi lavori erano fortemente radicati nel power metal classico che spopolava tra fine anni ’90 e inizio 2000, ma col tempo abbiamo allargato l’orizzonte, inserendo anche influenze più heavy e qualche tocco prog. Con Second Life siamo tornati volutamente a un sound più diretto e fedele alle origini, perché in quel momento era ciò che sentivamo davvero. Non vogliamo inventarci nulla di rivoluzionario a tutti i costi, ma cerchiamo sempre di scrivere musica autentica e di qualità, che ci rappresenti.
5) In ambito power, quali sono le realtà che più hanno influenzato i Dragonhammer, secondo te?
Nei primi anni eravamo fortemente influenzati da band come Hammerfall, Stratovarius e Iron Maiden, che hanno segnato profondamente il nostro approccio musicale. Anche alcune realtà italiane, come i Rhapsody, ci hanno ispirato, soprattutto per la componente epica e orchestrale. Con il tempo, però, abbiamo sentito l’esigenza di sviluppare un linguaggio sempre più nostro, inserendo sfumature heavy e tocchi progressive, senza mai perdere di vista la nostra identità. Cerchiamo sempre di seguire un percorso coerente, che mantenga i Dragonhammer riconoscibili, cercando di non risultare statici o ripetitivi.
6) Quando pensi che uscirà un vostro nuovo album? E pensi che apporterete delle modifiche sostanziali al vostro sound?
Abbiamo iniziato a confrontarci proprio in queste settimane sulla direzione da prendere. Second Life ha già qualche anno sulle spalle e sentiamo che è il momento giusto per creare qualcosa di nuovo. Per ora è ancora presto per parlare di modifiche sostanziali, ma sappiamo che vogliamo partire dai nostri punti di forza, consolidarli e poi esplorare con equilibrio. Di sicuro non stravolgeremo il nostro stile, ma vogliamo continuare a evolverci con naturalezza, rispettando l’anima della band.
7) Siete in giro dalla fine degli anni Novanta. Come avete visto evolversi la scena metal italiana? E in questo processo, quali sono stati i pregi e i difetti?
La scena italiana ha avuto momenti molto vivaci, soprattutto tra fine anni ’90 e inizio 2000, quando c’era molta attenzione per il metal melodico. Poi è arrivato un periodo meno fertile, complice forse anche la difficoltà di emergere e la riduzione degli spazi per la musica dal vivo. Oggi, grazie al digitale, si possono raggiungere facilmente ascoltatori in ogni parte del mondo, ma allo stesso tempo è più difficile distinguersi. Un grande pregio della scena italiana resta l’altissimo livello tecnico: ci sono tantissimi musicisti validi. Il limite, purtroppo, è spesso il poco supporto a livello promozionale e strutturale.
8) Come nasce solitamente un brano dei Dragonhammer? Chi è che porta le prime idee per i pezzi?
Il nostro processo creativo è molto condiviso. Di solito partiamo da una bozza o un’idea iniziale, che può arrivare da uno di noi – magari, un concept o una struttura – e da lì costruiamo insieme il brano, attraverso varie sessioni di lavoro. Per Second Life, ad esempio, ho sviluppato il concept e le prime tracce, poi abbiamo rifinito e ottimizzato tutto in gruppo per arrivare allo stadio finale. Questo approccio ci permette di mantenere un equilibrio tra visione personale e coesione collettiva. Ogni membro mette qualcosa di sé, ed è anche questo che rende le canzoni vive e autentiche.
9) Come pensi che se la passi il power metal nel 2025?
Crediamo che il power metal, pur non essendo più il genere dominante, goda ancora di ottima salute. Ha una fanbase solida e fedele, e questo è un grande valore. Inoltre, negli ultimi anni abbiamo visto una sorta di ritorno d’interesse anche tra i più giovani, che lo stanno riscoprendo con occhi nuovi. Se il genere saprà mantenere la sua identità ma anche aprirsi all’innovazione senza snaturarsi, potrà sicuramente continuare a dire la sua. Noi, dal canto nostro, cercheremo di contribuire con la nostra visione e la nostra energia.
10) Ok, chiudi facendoci un po' un programma dei passi futuri della tua band. Un saluto!
Stiamo concentrando le energie su due fronti principali: da un lato, la pianificazione dei nuovi concerti per l’autunno, dall’altro l’avvio dei lavori sul prossimo album, che rappresenta per noi una nuova fase artistica. Vogliamo prenderci il giusto tempo per creare qualcosa di autentico e interessante. Intanto continueremo a restare attivi, a confrontarci con chi ci segue e a fare quello che più ci appassiona. Un grande saluto a voi e a tutti i lettori, ci vediamo presto sotto il palco!
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