lunedì 30 giugno 2025

Recensione: METAL STARZ "Metal Starz"


Full-length, Buil2Kill Records
(2025)

E' uscito l'album del progetto “Metal Starz”, il primo album da solista di Luca Ballabio, chitarrista eclettico e docente di chitarra rock/fusion al CPM di Milano, in uscita il 27 Giugno per Buil2Kill Records. Un progetto ambizioso, che fonde tecnica, passione e una visione musicale ben definita. L’album vanta la partecipazione di alcuni tra i più noti protagonisti della scena hard’n’heavy italiana, tra cui: GL Perotti (Extrema), Fabri Kiarelli (The Rockets), Grace Darkling (Nocturna), Alessio Spini (Screamin’ Demons), Trevor (Sadist), Edo Sala e Steve Ferrovecchio (Folkstone), Tiziana Cotella (Hocculta), Ross Lukather (Death SS), Angelo Perini (The Trip), Gianluca Cucella, Paolo Vantaggiato… e molti altri. 

Un disco dalle mille sfumature, dove la raffinata tecnica chitarristica di Ballabio si intreccia perfettamente con il contributo unico di ogni ospite, dando vita ad un lavoro ricco, coinvolgente e dal grande impatto sonoro. Il primo video e singolo estratto riguarda il brano “Waiting For”, uno dei brani più rappresentativi del sound di Metal Starz, anche se ascoltando l'album sicuramente questo non è l'unico brano degno di nota...Abbiamo un lotto di pezzi che semplicemente sprizzano metal e classe da ogni poro, un sound dirompente soprattutto nelle chitarre ma che trova negli ospiti tante sfaccettature da sfruttare. Il sound è dirompente sin dall'iniziale "Waiting For" comunque. Parliamo di un heavy metal classico ma robusto, un po' sulla linea di band come i Pmal Fear o i Judas Priest, come confermano altri pezzi potentissimi come "Blleding" o "Brake The Chains", quest'ultima anche dotata di qualche sfumatura speed e power in stile Accept.

Talvolta la band si getta in canzoni molto più rilassate, come succede ad esempio in "Look At The Sky", brano decisamente melodico, un esempio di hard rock con ritornelli molto easy listening, ma in generale il disco, anche nella sua seconda metà, offre tanto metal puro con picchi assoluti raggiunti in brani "muscolosi" come la rocciosa "Puppets" o la velocissima "The End". 

Un disco per metallari della vecchia scuola, questo è certo, ma che per la presenza di tanti ospiti di peso e per una tecnica spiccata potrebbe raccogliere consensi molto più ampi di quello che potrebbe sembrare ad un primo distratto ascolto. Consigliatissimo, soprattutto per chi ama la chitarra metal e le produzioni dal taglio affilato e moderno.

Toxic Trace

Tracklist & Credits:
01. Rebirth - Music by Luca Ballabio, intro (piano solo) Gianluca Cucella (Sirio)
02. Waiting For - Music by Luca Ballabio; Lyrics by Alessio Spini; (Drums)Titti Cotella; (Bass) Steve Ferrovecchio; (Keyboards) Gianluca Cucella; (Piano) Paolo Vantaggiato
03. Look At The Sky - Music by Luca Ballabio; Lyrics by GL Perotti; (All Guitars) Luca Ballabio; (Lead vocal) GL Perotti: (Drums) Ross Lukater; (Bass) Fortu Saccà; (Keyboards) Gianluca Cucella
04. Brake The Chains - Music by Luca Ballabio; Lyrics by Fabri Kiarelli; (Rythm Guitars) Luca Ballabio; (Lead Guitars) Luca Ballabio/Fabri Kiarelli; (Lead & Backing Vocal) Fabri Kiarelli; (Bass) Alberto Bollati
05. Change - Music by Luca Ballabio; Lyrics by GL Perotti; (All Guitars) Luca Ballabio; (Lead Vocal) GL Perotti; (Drums) Edo Sala (Bass) Steve Ferrovecchio; (Keyboards) Gianluca Cucella
06. NNow I'm Here - Music by Luca Ballabio; Lyrics by Alessio Spini; (All Guitars) Luca Ballabio; (Lead & Backing Vocal) Grace Darkling; (Backing Vocal) Alessio Spini; (Drums) Titti Cotella; (Bass) Siro Burchiani; (Keyboards) Gianluca Cucella
07. Puppets - Music by Luca Ballabio; Lyrics by GL Perotti; (All Guitars) Luca Ballabio; (Lead & Backing Vocal) GL Perotti; (Drums) Titti Cotella; (Bass) Alberto Bollati
08. Bleeding - Music by Luca Ballabio; Lyrics by Trevor; (All Guitars) Luca Ballabio; (Lead & Backing Vocal) GL Perotti; (Lead & Backing Vocal) Trevor; (Drums) Titti Cotella; (Bass) Angelo Perini
09. The End - Music by Luca Ballabio; Lyrics by GL Perotti; (All Guitars) Luca Ballabio; (Drums) Titti Cotella; (Bass) Angelo Perini; (Keyboards) Gianluca Cucella; (Lead & Backing Vocal) Alessio Spini; (Lead & Backing Vocal) GL Perotti

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mercoledì 18 giugno 2025

Recensione: CARONTE "Spiritvs"


Full-length, Ván Records
(2025)

Quinto album in carriera per questa band guidata dal cantante Dorian Bones (vedi anche Whiskey Ritual), che centra un risultato importante in termini di qualità, supportata ormai anche da una continuità discografica importante. L'alone maledetto che da sempre accompagna la band è presente, ma sono più riscontrabili influenze da parte di artisti come Danzig o gli Electric Wizard, e soprattutto nelle parti cantate lo spettro del buon Glen è facile da riconoscere.

In tutto questo la voce del buon Dorian Bones gioca un ruolo di primi livello: è calda, emozionante, intona strofe e ritornelli davvero toccanti. Il resto della band non è da meno, e soprattutto a livello chitarristico viene offerto qualcosa di realmente ispirato ed avvolgente. Il tutto sembra sospeso in una dimensione parallela molto oscura, dove la dannazione diventa quasi piacevole, come culla in cui si rifugiano le anime dannate che non trovano pace in una vita "normale".

I pezzi sono tutto belli, nessuno escluso, ma il pezzo "Sagittarius Supernovae" è davvero di un livello talmente alto che ogni band dedita a queste sonorità la troverà molto dura nel poter batter cotanta qualità sonora. Una band che prosegue il suo cammino leggermente nell'ombra, ma che pian piano sta surclassando realtà più blasonate come ad esempio i Messa, che per quanto bravi, non possono competere con questa band, per molteplici motivi (ma questo è un mio parere strettamente personale). Disco da avere.

Toxic Trace

Tracklist: 
01. Scarlet Love 
02. Aiwass Calling 
03. Sagittarius Supernovae
04. Antikristos
05. Beyond Daath
06. Fire Walk With Me
07. Interstellar Snakes of Gold 

Line-up:
Henry Bones - Bass
Mike De Chirico - Drums
Tony Bones - Guitars
Dorian Bones - Vocals
Asher - Guitars

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sabato 7 giugno 2025

Recensione: FEARYTALES "Vento Divino"


Full-length, Underground Symphony Records
(2025)

I torinesi FearyTales arrivano al terzo album in carriera, e lo fanno portando avanti il loro metal particolare, che attinge sia dai classici del genere, come avviene ad esempio in "La ginestra", e sia da generi più estremi come il melodic death metal o il black. Lo stesso brano appena citato nella seconda parte fa intravedere sprazzi veloci anche supportati da un drumming in blast beat che poi saranno presenti in maniera più massiccia col proseguire dell'album. La voce di Marco Chiariglione riesce ad essere melodica e aggressiva, a seconda di come si evolvono i brani. Interessanti anche alcuni inserimenti "barocchi" con tastiere che ricordano il miglior gothic/symphonic metal.

Ci sono sprazzi decisamente melodici, come succede in "LightBlind" che fanno pensare addirittura ad una sorta di hard rock vecchio stile, seppur sempre piuttosto oscuro, ma dalla quarta canzone, "Vento Divino", la band inizia a spingere sull'acceleratore, con un riffing che potrebbe anche richiamare certi Nevermore, ma col batterista Costantino Perin che prosegue la sua marcia dettando le regole con tempi tipici del metal estremo. La particolarità di questa band sta nel cambiare repentinamente ritmi e atmosfere, e questo succede anche in questo brano, dove dopo una sfuriata iniziale sopraggiungono parti molto più soft. Questi aspetti ci accompagneranno fino alla fine del disco, ovvero l'alternarsi di parti molto melodiche e altre più "cariche". Rimangono comunque costanti i rimandi al metal classico, grazie anche ad un lavoro degno di questo stile, con assoli di pregio e riff rimembranti il metal sia anni Ottanta che Novanta. Un pezzo come "La luminosa notte dell'anima" è molto esplicativo in questo senso.

Per concludere, questo "Vento Divino" è un disco abbastanza complesso e strutturato, molto aperto ad evoluzioni inaspettate e con un'anima fortemente dark, che viene a galla sia nelle parti più estreme che in quelle più tipicamente hard rock ed heavy metal. Ultimo episodio che vi segnaliamo è "Come Inside", forse il più belligerante del disco, ma dotato di ottime idee e di un riffing di chitarra avvolgente ed ipnotico. Insomma, "Vento Divino" è un disco non per tutti, ma sicuramente per chi va alla ricerca di qualche band un po' fuori dai soliti canoni e per chi non si fa problemi nel passare dal metal tradizionale a quello estremo e apprezza entrambi gli stili.

Toxic Trace

Tracklist:
1. Intro: Volcano 
2. La ginestra 
3. LightBlind 
4. Vento divino 
5. (The FearyTale of) RoXXXanne 
6. In tinta caligine 
7. La luminosa notte dell'anima 
8. Come Inside 
9. AdventComes 
10. Outro Thunder & Blood Rain

Line-up:
Marco "Vico" Vicenza - Bass
Paolo Tabacchetti - Guitars
Marco Chiariglione - Vocals
Costantino Perin - Drums

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venerdì 6 giugno 2025

Recensione: DRAMANDUHR "Vertuhn"


Full-length, Broken Bones Promotion & Productions
(2025)

Creatura quasi non associabile a nessun'altra, i Dramanduhr arrivano al secondo album, sempre guidati dal solo Stefano Eliamo, che si occupa anche in questo caso, come nel precedente "Tramohr", di tutti gli strumenti e ovviamente della composizione di tutti i brani di questo nuovo album.

I riferimenti a band quali i Negură Bunget, gli Enslaved, i Thy Catafalque, e i Solefald si fanno effettivamente sentire e le note biografiche hanno fatto bene a riportare questi nomi per inquadrare la proposta dei Dramanduhr. Ci sono echi folk, canti evocativi e una composizione che fluisce libera in questo album (su tutte da segnalare in questo senso "Ick Tenràh Vahl Tahr"), che prende senz'altro spunto dal black metal, ma ci aggiunge pennellate psichedeliche, epiche e progressive.

Questi aspetti sono chiari già nelle tre canzoni di apertura, abbastanza diverse tra loro. La prima “Andeterlit Stahr Hammit” è diretta e più associabile ad una forma di black metal d'avanguardia, mentre nelle due canzoni successive vengono fuori molte altre influenze etniche e un lavoro sulle melodie del tutto particolare grazie ad un cantato sempre molto particolare.

In più il buon Stefano per questa creatura musicale si è inventato una lingua tutta sua ma che si sposa benissimo col contenuto musicale. La traccia migliore? Probabilmente. e stando alla mia propensione verso le cose più oscure e dirette, potrebbe essere "Dertèh Marlàhk", che ricorda qualcosa degli ultimissimi Emperor o anche del lavoro svolto da Ihsahn stesso in sede solista, o volendo ancora citare qualcuno, potremmo forse associare questo intero progetto al sempre siciliano Lord Agheros.
Insomma, se siete amanti di tutto ciò di cui vi ho parlato, questa è una uscita imperdibile!

Toxic Trace

Tracklist:
01. Andeterlit Stahr Hammit
02. Arròhn! Arròhn!
03. Deh Rundertax
04. Dertèh Marlàhk
05. Ick Tenràh Vahl Tahr
06. Stèhr Dahm
07. Terlàht
08. Thermanos Trekitat
09. Urrakan
10. Vertuhn

Line-up:
Dramanduhr - Vocals, Guitars, Bass Guitar, Drum, Percussions, Synths
Matteo Blundo - Violin on “Thermanos Trekitat“
Tiziana Ambrogio - Soprano on “IIck Tenràh Vahl Tahr“

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Recensione: AGANOOR "Doomerism"


Full-length, My Kingdom Music
(2025)

Debutto per questa formazione romana, che ha influenze musicali che vanno da Cathedral, Goatsnake, Type O Negative, fino a Danzig e Tiamat, creando un opprimente doom metal avvolto in una brezza gotica e mescolato con i toni retrò dello stoner rock più grezzo. La loro musica è claustrofobica, ma allo stesso tempo ipnotica, un Doom Metal caratterizzato da pesanti riffs massicci ed atmosfere psichedeliche.

La band infatti ripercorre le coordinate di tutte le band citate in apertura di recensione, propendendo però verso una forma classica di doom tout-court, senza troppi altri orpelli. La voce grezza di Dan si sposa molto bene con il riffing acido di Anth Maelstrom, che talvolta si lascia andare a passaggi dilatati e sinistri, come su "Icarus", pezzo diretto ma che nel finale rallenta e spiazza.

Anche lo stoner è molto presente in questo disco e i suoni sono piacevolmente retrò e adatti quindi allo stile proposto. In poche parole questa band non propone nulla di nuovo, ricalca quelle che sono le coordinate di base dello stoner-doom più tradizionalista, ma lo fa con cognizione e competenza, arrivando a volte ai limiti della sperimentazione e del noise ("Nadir"). Tutto sempre avvolto nel fumoso doom a cui la band sembra aver giurato amore incondizionato, a partire proprio dal titolo di questo album.

Toxic Trace

Tracklist:
1. Bury My Soul
2. Icarus 
3. Nadir 
4. Emerald lake 
5. Morbid Skin 
6. Mind Shadowing 

Line-up:
Dan Ghostrider - Voce
Anth Maelstrom - Chitarre
Stephen Drive - Basso
Alex Leonov - Batteria

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